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L’infantile pretesa di essere persone “COERENTI”. La coerenza è lontana dalla natura dell’anima.

10 luglio 2014
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Walt Whitman – Poeta e scrittore Americano

«Mi contraddico? Certo che mi contraddico! Sono grande, contengo moltitudini…«
(WALT WHITMAN – da Canto di me stesso, in Foglie d’erba)

«L’altro timore che ci allontana dalla fiducia in noi stessi è la nostra coerenza: ci trattiene il rispetto per le azioni fatte e le parole dette, dato che gli occhi altrui non hanno altri elementi per calcolare la nostra orbita se non le nostre passate azioni, e noi siamo riluttanti a deluderli.
Ma perché continuare a tenere la testa dietro le spalle? Perché trascinarti dietro il cadavere della memoria, per paura di contraddire quel che hai detto e fatto in questo o quel luogo pubblico? Supponiamo che ti contraddica; e con questo? A me sembra buona norma di saggezza quella di non contare esclusivamente sulla sola memoria e di farne poco, anzi, anche in atti di pura memoria; e allora trascina in giudizio quel passato in un presente dai mille occhi, vivi in un giorno sempre nuovo!
[…] Una stupida coerenza è l’ossessione di piccole menti, adorata da piccoli uomini politici e filosofi e teologi. Ma una grande anima non ha niente a che fare con la coerenza. Tanto varrebbe che si occupasse della sua ombra sul muri. Dì ciò che pensi oggi con parole dure e dì domani ciò che il domani penserà con parole altrettanto dure, per quanto possa essere in contraddizione con qualunque cosa tu abbia detto oggi. “Ma così sarai sicuramente frainteso!”. Ma è proprio un così grande male, dunque, essere fraintesi? Pitagora fu frainteso e Socrate, Gesù, Copernico, Galileo e Newton furono fraintesi, e così fu di ogni più puro e saggio spirito che abbia preso carne. Essere grandi è essere frantesi.»
(Emerson – La fiducia in se stessi – Edizioni Piano B La mala parte, p.32)

emerson.ralph

Ralph Waldo Emerson – Scrittore americano, padre del “Trascendentalismo”

 

One Comment
  1. Chiara permalink

    La coerenza nel tempo di quello che si pensa e si dice è una cosa, la coerenza fra quello che si dice e quello che si fa è un’altra. Nella prima cambiare idea, pensiero è ammesso e, talvolta auspicabile, nella seconda è deprecabile.

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