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---- «Per fortuna sono Jung e non sono Junghiano!» (Jung)

---- « Sono stato definito “cercatore”, non so se fosse un complimento. Ringrazio il destino di avere benevolmente impedito alla mia barca di approdare sulle aride sponde di una raccapricciante conclusività.
Chi cerca trova, e colui che sempre cerca, sempre trova. Per questo sono felice di non vedere alcuna conclusività da nessuna parte, bensì un’oscura distesa piena di misteri e di avventura. »
(C.G.Jung – Sulla psicologia, 1933, p.106)

Jeff Buckley – Un cantante che ha fatto Anima. Estratti e Intervista Video

buckley-jeff-4fe185b890a5c«…uno di quei pueri aeterni, amati sia dagli uomini che dalle donne, che muoiono nel pieno della giovinezza, con i fiori della primavera.»
(C.G.Jung – lettera a Ronald J. Horton, Londra, 22 Aprile 1955)

“Mi piacciono certi accordi sospesi. Mi piace che la chitarra abbia una vena di mistero” (Jeff Buckley)

“Voglio fare musica fino all’ultimo dei miei giorni” (Jeff Buckley)

“C’è sempre stata musica. E’ stata la mia amica, la mia alleata, il mio tormento. Non ricordo un momento nel quale non fosse presente. Cantare mi ha sempre portato in un’altra realtà” (Jeff Buckley)

“Mi piace che le canzoni emanino una specie di luce, ed è come se viaggiassero, nonostante te” (Jeff Buckley)

“Alla fine contano soltanto le canzoni e poco importa domandarsi cosa accadde veramente a Jeff BuckIey quella sera del 29 maggio 1997. Ci resta invece la sua officina creativa, da Grace a Sketches e ancora oltre, un piccolo canzoniere ispirato da una cultura letteraria tutt’altro che superficiale dove sì intrecciano amore e morte, politica e religione, sogni e incubi: perché non si può cantare la Grazia senza aver prima conosciuto l’intero spettro del buio. Fare musica è come strapparsi pezzi di carne di dosso e il figlio di Tim Buckley nato vicino a Disneyland costringe ancora chi lo ascolta a vibrare forte, suscitando il riverbero di pulsazioni cosmiche profonde: questo sa farlo soltanto un artista. E ogni volta che ci accosteremo ai suoi testi senza cercarvi oscuri presagi sarà il miglior ringraziamento per averci aiutato a trasformare la vita in una faccenda importante.”
(Introduzione del libro “Dark Angel. I Testi di Jeff Buckley” di Giulio Casale)

Giovanni Stanghellini-Tributo a K.Jaspers, l’importanza del fare sguardo a prescindere dalla teoria.

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Giovanni Stanghellini per il Sole 24 Ore:
(clicca sul testo evidenziato per leggere l’articolo di G.Stanghellini su Il Sole 24 Ore”)

Un tributo a Karl Jaspers per il centenario della fondazione della Psicopatologia!
«Non sono in dubbio il rigore metodologico e l’attenzione ai fatti propri della ragione scientifica. Piuttosto, la domanda è di quale scienza abbia bisogno la psichiatria, e su questo la risposta è chiara: di una scienza della soggettività umana, i cui metodi non possono coincidere con quelli delle scienze naturali. La psicopatologia promuove una forma di attenzione radicale ai fatti della soggettività umana. Insegna a “dare la parola” alla persona sofferente; ad accordare al discorso dell’altro un’attenzione estrema, scevra di teoria, perché ogni visione dell’Uomo fa perdere di vista l’uomo reale che ho di fronte.»
(Giovanni Stanghellini)

PRIMA DELLA TEORIA, è LO SGUARDO dell’Altro per così com’è ad essere importante e rilevante:
«Vorrei ora sottolineare il tratto più caratteristico, e fortemente anticipatore, della psicoterapia junghiana: il coinvolgimento del terapeuta nella relazione analitica. (…) Relativismo epistemologico, maggiore importanza attribuita alla verità individuale rispetto alla verità delle teorie, attenzione al qui e ora dell’esperi Leggi tutto…

Che cos’è il “Daimon”? Tradizione e Psicologia moderna: Ma cos’è che fino alla fine ci nutre?

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ATMAVICTU = soffio di Vita.
Scultura creata da Jung e dedicata al suo “demone interiore”.
Foto scattata da Emanuele Casale a casa Jung, Kusnacht, Svizzera, il 7/6/2012

«“Tu avrai ancora bisogno di me? Mi darai ancora da mangiare quando avrò 64 anni?”
(Ritornello della canzone “When i’m 64” dei Beatles)

Il modo in cui lo intendiamo di solito è: ti prenderai ancora cura di me quando sarò vecchio? Nel senso di mia moglie, mia figlia o la mia ragazza o qualcun altro, è cosi che pensiamo. Ma questa potrebbe essere anche una canzone mistica, potrebbe essere una canzone del Daimon che dice: “Quando sarai vecchio ti prenderai ancora cura del Daimon?”. Era, voglio dire, il Daimon a cantare, a dire: “Ti prenderai ancora cura di me?” . O forse è la persona che chiede al Daimon: “ti prego, continua a darmi…emozioni, e pensieri, e un destino quando sarò vecchio, mi darai ancora da mangiare? Perchè quello che mi ha nutrito per tutti questi anni, io CREDO, sono i miei amori, i miei figli e mia madre e mio padre e mia moglie e cosi via…ma forse quello che mi ha veramente nutrito per tutti questi anni è il mio Daimon…»
(Spezzone finale dell’Intervista a James Hillman fatta da Silvia Ronchey)

« (…)il daimon che ci costringe, con il bisogno, a imboccare la via: il piccolo dio individuale, lo Siva interiore.»
(C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga, Seminario tenuto nel 1932, Bollati Boringhieri, p.131)

«Il daimon svolge la sua funzione di ‘promemoria’ in molti modi. Ci motiva. Ci protegge. Inventa e insiste con ostinata fedeltà. Si oppone alla ragionevolezza facile, ai compromessi e spesso obbliga il suo padrone alla devianza e alla bizzarria, specialmente quando si sente trascurato o contrastato. Offre conforto e può attirarci nel suo guscio, ma non sopporta l’innocenza. Può far ammalare il corpo. E’ incapace di adattarsi al tempo, nel flusso della vita trova errori, salti e nodi – ed è lì che preferisce stare.»
(James HIllman – Il codice dell’anima, pp.60-61)

Il Mito di Er (Platone)
“Anime dall’effimera esistenza corporea, incomincia per voi un altro periodo di generazione mortale, preludio a nuova morte. Non sarà un demone a ricevervi in sorte, ma sarete voi a scegliervi il demone. Il primo che la sorte designi scelga per primo la vita cui sarà irrevocabilmente legato. La virtù non ha padrone; secondo che la onori o la spregi, ciascuno ne avrà più o meno. La responsabilità è di chi sceglie, il dio non è responsabile.
(…) Anche chi si presenta ultimo, purchè scelga con senno e viva con regola, può disporre di una vita amabile, non cattiva. Il primo cerchi di scegliere con cura e l’ultimo non si scoraggi.” P Leggi tutto…

«Essere vuol dire essere percpiti» dal film/romanzo CLOUD ALTAS

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«Le anime attraversano le età come le nuvole i cieli […] Chissà chi soffia le nuvole e chissà come sarà la mia anima domani?»
(Dal Film/Romanzo Cloud Atlas – Atlante delle nuvole)

“Essere vuol dire essere percepiti, pertanto conoscere se stessi è possibile solo attraverso gli occhi degli altri. La natura della nostra vita immortale è nelle conseguenze delle nostre parole e azioni, che continuano a suddividersi nell’arco di tutto il tempo.”
(dal film Cloud Atlas)

“Il potere, il tempo, la forza di gravità e l’amore. Tutte le forze che fanno girare il mondo sono invisibili.”
(Dal romanzo Cloud Atlas, di David Mitchell, p.467)

“I sani non possono capire gli svuotati, i distrutti.
Ora sono un fuoco d’artificio spento, ma almeno ho brillato.”
(dal film Cloud Atlas)

“”La nostra vita non ci appartiene. Da grembo a tomba, siamo legati ad altri…passati e presenti. E da ogni crimine, e da ogni gentilezza, generiamo il nostro futuro”.
(Dal film Cloud Atlas)

“Sixsmith, salgo i gradini dello Scott Monument ogni mattina, e tutto diventa chiaro. Vorrei poterti far vedere tutta questa luminosità… non preoccuparti, va tutto bene, va tutto così perfettamente maledettamente bene. Capisco ora che i confini tra rumore e suono sono convenzioni. Tutti i confini sono convenzioni, in attesa di essere superate; si può su Leggi tutto…

Film: “Crash – Contatto fisico” (…ci schiantiamo contro gli altri solo per sentirne la presenza)

“E’ il contatto fisico…il contatto ci manca talmente che ci schiantiamo contro gli altri solo per sentirne la presenza”
(Dal film “Crash – Contatto fisico)

«Cercherò un sogno infinito questa notte» (di Emanuele G. Casale)

The-Whole-World-in-Your-Hand«Cercherò un sogno infinito questa notte,
fatto di luoghi e affetti vicini dentro di me,
ma che fuori vivono ancora distanti.
Tutt’intorno a noi vivono mondi celati e più intimi,
più vicini della nostra pelle,
ma pur sempre celati proprio dal loro troppo essere vicini.
Per mettere a fuoco devo richiamare dapprima una distanza.
Li tocco, ma da solo.
Essi riverberano tra gli spazi e le relazioni quotidiane,
e sono come fantasmi che vogliono prendere però consistenza, in quella che chiamiamo “realtà”.
E’ il riconoscere questi mondi celati che ci unisce nell’amore
e ci strappa alla solitudine.»
(Emanuele G. Casale – 25/12/2013, , Registrato con Licenza CC – Creative Commons Licenza Creative Commons.
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported.)

Restare, Andare…Sono scelte che vanno lasciate fare a due forze cosmiche: Amore e Morte.

walking-road«La mia casa mi dice: “Non lasciarmi, perchè è qui che dimora il tuo passato.” E mi dice la strada: “Vieni e seguimi, perchè sono io il tuo futuro”. Ed io dico alla casa e alla strada: “Non ho passato nè futuro. Se resto, c’è un andare nel mio rimanere; se vado, c’è un restare nel mio andarmene. Solo amore e morte cambiano tutto»
(Kahlil Gibran)

E’ l’esistenza a muovere il pensiero, e non viceversa. Il «Pensiero-Persona» e il «Pensiero-Anima».

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 «Siamo tentati, allora, di pensare che esistano due tipi di pensiero con i quali è possibile, in un certo senso, misurare la psicologia: da una parte un pensiero che, per dirla con Jung, potremo chiamare Persona e, dall’altra parte, un pensiero che potremmo chiamare anima. Così, nel momento in cui Jung si accorse che Freud probabilmente propendeva più per un pensiero-Persona che non per un pensiero-anima, avrebbe deciso che la sua strada andava in un’altra direzione.

Il pensiero-Persona è quello che pensa, in un certo senso, con una qualche intenzione di progetto di teoria e con più di un timore reverenziale nei confronti di un qualche criterio di scientificità. Un pensiero, inoltre, che un momento dopo essere stato pensato corre il rischio di non riuscire più a pensare se non se stesso e di non riuscire più ad ascoltare ciò che il pensiero stesso vorrebbe dire; poiché è difficile sganciare il pensiero dal pensatore, il pensiero-Persona ha un po’ la vocazione di pensare quello che afferma, sostiene, pensa potrebbe essere di nessuno – la famosa obiettività scientifica, l’impersonalità – oppure che potrebbe essere di molti, di centomila per esempio – quanti più sono meglio è! -, evidentemente convinti della bontà di quel pensiero. Così, il pensiero-Persona ha necessità di persone che continuino a pensarlo in modo mimetico, fondamentalmente ripetitivo, a rinchiuderlo in qualche gabbia teorica che possa diventare anche luogo di associazione. Per cui, in definitiva, si istituisce qualche cosa che viene offerto come una sorta di oggetto sacr Leggi tutto…

“Casa” è dove hai spazio per essere te. (Emanuele G. Casale)

Emanuele Casa è dove hai spazio

«Casa è dove hai spazio per essere
per essere da solo con te
e da qui
poter esserCi con qualcun altro,
essere “senso” per l’altro.
Qui è casa»
(Emanuele G. Casale – 30/12/2013, Pescara, Registrato con Licenza CC – Creative Commons Licenza Creative Commons.
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported.)

 

 

Nelle relazioni è fondamentale accettare e abbracciare la diversità/alterità dell’altro. (Eldo Stellucci; Emanuele Casale)

Amore l'altro relazione«Ognuno porta le proprie diversità, quelle straordinarie diversità che ci affascinano. Ma se io nego la tua diversità, nego la mia stessa unicità. E vivo l’intramontabile nostalgia dell’eterna solitudine…»
(Eldo Stellucci  – Registrato con Licenza CC – Creative Commons Licenza Creative Commons
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported.)

«Stiamo portando, l’uno nella mano dell’altro, l’opposto in noi che entrambi conteniamo.
Io ti riporto al tuo opposto attraverso di me, tu mi riporti al mio opposto attraverso di te.
Entrambi siamo l’uno per l’altro simbolo dell’opposto che ci abita e che dobbiamo abbracciare,
perché non c’è vita senza di esso.
Ma forse mai si arriva insieme nell’abbracciarlo.
Amore è continuare ad accompagnare l’altro nonostante si sia giunti alla propria meta temporanea…
Amore è vedere il futuro dell’altro e averne cura come se fosse il proprio.
Ma dapprima si ama e si conosce la propria stella?
Curando la nostra antica stella
curiamo l’universo intero
nostro, e dell’altro.»
(Emanuele G. Casale –  Registrato con Licenza CC – Creative Commons Licenza Creative Commons.
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported.)

 

Fu JUNG e la scuola di ZURIGO, e non VIENNA, a far diventare internazionale la Psicoanalisi (Shamdasani)

Fatti e artefatti Jung Shamdasani«Jung fu uno dei principali animatori del movimento psicoanalitico internazionale. La psicoanalisi divenne veramente internazionale con l’avvento della scuola di Zurigo. Fu Jung, primo presidente dell’Associazione Psicoanalitica Internazionale, a organizzare i primi congressi e a creare la prima rivista.

Ricorda Freud:
“In nessun altro luogo esisteva un gruppetto altrettanto compatto di adepti, o poteva essere posta al servizio dell’indagine psicoanalitica una clinica pubblica, o si trovava un docente disposto ad assumere la dottrina psicoanalitica come parte integrante del suo insegnamento di psichiatria. Gli zurighesi divennero in tal modo il nucleo della piccola schiera che si batteva per il riconoscimento dell’analisi. Soltanto essi offrivano l’opportunità di imparare la nuova arte e di eseguire lavori in materia. La maggior parte di coloro che oggi mi seguono e collaborano con me sono venuti passando da Zurigo, persino quelli per cui geograficamente era molto più vicina Vienna che la Svizzera.” (Freud, 1914, “Per la storia del movimento psicoanalitico”, in Opere Vol. VII, Torino, Boringhieri, 1975, p.400)

Zurigo e non Vienna è stata il centro di propulsione iniziale per gli psichiatri interessati alla psicoanalisi.
Come sottolinea Ernst Falzeder, molte delle figure più illustri della psichiatria dinamica e della psicoanalisi sono state tra gli ospiti o i collaboratori dell’ospedale Burgholzli…»

(Sonu Shamdasani – Fatti e artefatti su C.G.Jung… – Magi Edizioni 2004, (1998), p.14)

“I rapporti falliscono non perchè abbiamo smesso di amare, ma perchè abbiamo smesso di immaginare” (J.Hillman)

hillman-tribute-effect2 “Se il carattere di una persona è una complessità di immagini, allora per conoscerti devo immaginarti, assorbire le tue immagini. Per mantenermi in contatto con te, devo mantenere un interesse immaginativo non per il processo del nostro rapporto o per i miei sentimenti nei tuoi confronti, ma per le immagini che ho di te.
Il contatto attraverso l’immaginazione produce un’intimità straordinaria.
Quando l’immaginazione si concentra intensamente sul carattere dell’altro…l’amore segue presto.
Può ben darsi che i rapporti umani traggano beneficio della ripetuta esortazione ad amarsi l’un l’altro, ma perchè un rapporto continui a vivere, l’amore da solo non basta. Senza l’immaginazione, l’amore ammuffisce in sentimentalismo, dovere, noia.
I rapporti falliscono non perchè abbiamo smesso di amare, ma perchè, prima ancora, abbiamo smesso di immaginare”.
(James Hillman, La forza del carattere, p.255)


«Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.»
(Pedro Salinas)

«Quando ci innamoriamo, incominciamo a immaginare;
e quando incominciamo a immaginare,
ci innamoriamo.»
(James Hillman)

 

C.G.Jung nella storia della Psichiatria Dinamica – Shamdasani (2005)

Jung messo a nudo Shamdasani«Grazie ad Ellenberger, per la prima volta l’opera di Jung veniva presentata nel contesto della storia delle idee e non era sussunta nella psicoanalisi o subordinata ad essa. Il capitolo su Jung, che supera abbondantemente le cento pagine, inizia con la dichiarazione di apertura:
“Carl Gustav Jung, come Alfred Adler, si discosta dall’ortodossia della psicoanalisi freudiana, e la sua psicologia analitica non deve essere valutata con i parametri della psicoanalisi di Freud; d’altra parte è vero anche il reciproco, e la psicoanalisi non deve essere valutata con i parametri della psicologia analitica. Entrambe devono essere comprese utilizzando i rispettivi presupposti teorici.”
(…) Lo studio della vita di Jung è incastonato, in modo determinante, in un’ampia ricontestualizzazione della storia della psichiatria dinamica.

(Sonu Shamdasani-Jung messo a nudo dai suoi biografi, anche–Magi Edizioni 2008 (2005 in inglese), p.86)

“Per giudicare Jung si devono fare prima i compiti a casa e conoscere di cosa si stava occupando”

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«…Le ho dato un libro di Ernest Jones su Freud affinchè si faccia un’idea delle sciocchezze che si dicono su di me. Non deve avere timore: mi sforzerò di fare il possibile per eliminare qualsiasi tentativo di fare di me un filosofo.»
(Jung in una lettera a Cary Baynes – 30 Novembre 1953 – Carte Baynes)

“Come sanno molti suoi esegeti, è possibile braccare Jung ma assai difficile afferrarlo.”
(di Augusto Romano, pubblicato come Saggio introduttivo a C.G.Jung, Seminario sui sogni, Bollati Boringhieri, Torino 2003)

«Si, mia carissima, mi hanno abbastanza diffamato, deriso e annientato con le critiche e pertanto mi tengo le mie rune e tutte quelle ideuzze sottili e pallide, che ho lasciato appena trasparire nel lavoro sulla libido […]. Non rivelo il mio segreto per lasciarlo irrazionalmente calpestare […].»
(Da una lettera di JUNG a Sabina Spielrein del 10 Ottobre 1917)

«…Jung, comunque, sapeva di essere solo a contrapporsi, in modo compensatorio, alla corrente del tempo, e riteneva addirittura possibile che la sua opera e il suo pensiero potessero essere totalmente dimenticati (come è avvenuto per esempio per Maestro Eckhart) per essere forse riscoperti dopo qualche secolo. Ciò lo rattristava, ma non lo smuove Leggi tutto…

Yves Bonnefoy (Poesie 1)

OLYMPUS DIGITAL CAMERA“Mi svegliai, era la casa natale,
la schiuma s’abbatteva sulla roccia,
non un uccello, solo il vento ad aprire e chiudere l’onda,
l’odore dell’orizzonte da ogni parte,
cenere, come se le colline celassero un fuoco
che altrove divorava un universo.”

(Le assi curve, di Yves Bonnefoy, Mondadori , 2007)